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Il rigurgito interiore di uno speaker

Quel giorno c’era un’insolita tensione, una specie di vento compresso. “Perbacco”, John pensò, “Deve essere successo qualcosa di grave!” e si chiuse nel suo ufficio con il cervello pronto a ricevere, dall’esterno, indizi chiarificatori: una parola, una frase, uno sbuffo… o anche una bestemmia, di quelle tipiche, da gergo “CNN”.
Quanto potere liberatorio avevano raccolto negli anni quelle profanazioni costruite con tanti “cristi” e “madonne”, cucinate da malumori a fior di pelle! Ma oggi non sarebbero bastate a riportare la compatta routine dove spazi e tempi “dovevano” coincidere. La segretaria entrò senza bussare, indietreggiò, richiuse la porta e si annunciò con un tocco deciso, prima di rientrare srotolando una stringa di scuse per la sua dimenticanza. “Non si preoccupi, vedo che oggi c’è una strana tensione…”. “Già!”, ella rispose, “Foss è sparito”. “Come?” “Da ieri, nessuno sa niente.”. “E chi lo sostituirà per i servizi di oggi? È già tardi!” “Lo so!”. D’improvviso entrò Bob: “Foss è nel suo ufficio, ma non vuole fare il servizio…” “Cosa?!”. John si precipitò fuori, ma Foss, vedendolo, lo tirò nella propria stanza. Senza esitare disse:: “Ascolta, è da un po’ che qui dentro tutti mi considerano pazzo e forse lo sono davvero, perché quando esco di qui vengo perseguitato dal tono della mia voce che annuncia, con un diaframma impostato e pieno di vitalità, quanti morti ha causato quella o quell’altra strage, come ha fatto un maniaco a uccidere a sangue freddo due minorenni, quanti virus mortali sono in arrivo sul nostro pianeta, quanti corrotti hanno distrutto con i loro maneggi tanti lavoratori onesti… mi sento un mostro pensando alla forza che ha ancora il mio diaframma, quando dovrebbe essere spappolato dal peso di ciò che entra nella mia gola infuocata…” “Ehi frena, ti prego…” “Ci provo, ma è la mente che non ci riesce… già so cosa vuoi dirmi … che questo è il nostro lavoro… beh sai che ti dico? Che mollo tutto…” “Ma vorresti che ci mettessimo tutti a piangere?” “Forse, visto che non piangiamo più né dentro questo grande tubo catodico che incapsula il mondo, né fuori; ormai siamo vaccinati contro le emozioni giuste, siamo tutti in un grosso recinto microchippato, dove anche i nostri genitali sono rivitalizzanti da prodotti sintetici!”. La fronte di Foss grondava fiotti di nera consapevolezza, mentre John lo guardava con il suo sguardo liscio di sempre, una maschera che aveva già compiuto il passaggio dall’organico all’inorganico, senza l’intervento di alcuna manipolazione scientifica. Foss lo guardò per l’ultima volta e uscì: alle sue spalle il grande scheletro della CNN si allontanava senza più voce, mentre egli cominciava a capire per che cosa, in futuro, avrebbe dovuto usare quel diaframma così ben impostato.