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Finale

Il cielo aveva cominciato ad abbassarsi, era magnifico…maestoso, mentre sembrava godesse della sua avanzata nel sentire la propria corporeità e quella del cosmo in cui si muoveva lento. Nessuno poteva prevedere fra quanto avrebbe toccato completamente la terra, talvolta appariva così vicino da far credere cha entro pochi giorni si sarebbe posato sul suolo, ma subito dopo sembrava recuperare il suo ritorno verso l’alto.
Questa oscillazione prostrava gli scienziati; non di rado accadeva che la validità di un calcolo o di una previsione, fosse smentita da un movimento inaspettato; tutte le potenzialità dei cervelli, sia organici che inorganici, avevano messo alla prova se stesse impattandosi contro incongruenti avversità. Ma la loro volontà di continuare a combattere per capire si manteneva strenua, si trattava di una volontà lacerata dall’autoinganno, avevano continuato a impregnarsi dell’illusione di poter comprendere, finché non si verificò un fenomeno ben più sbalorditivo: sotto nuvole rade e luminose si formarono delle escrescenze piccole e tonde, come gocce di vapore sospese che non volevano risolversi in acqua. Poi spuntarono delle mani bellissime, affusolate e piene di forza, ondeggiavano col vento, si doravano col sole, gocciolavano limpidissima acqua dopo essere state attraversate dalla pioggia. Quando il vento soffiava s’inarcavano per raccoglierlo nella conca del palmo come fossero panacee di Eolo furioso; grazie alle barriere che ergevano contro l’inconscia pazzia di Eolo gli abitanti della terra riuscivano ancora a camminare – ma forse Eolo voleva da loro qualcosa -; ma poiché percorrevano la propria vita come dei fuscelli non ne erano consapevoli, né del volere di Eolo, né del fatto di ergere barriere contro di lui. Da quando quelle mani erano spuntate in una sola notte gli animi erano mutati e per la prima volta nella storia la reazione degli esseri umani era stata di silenzioso sbigottimento. E tutti gli occhi si erano riempiti di luce e di pace, senza competizione, senza voglia di sangue; nessun protagonismo aveva afflitto l’uomo, nessuno aveva potuto erigersi a unico testimone oculare dell’evento, perché tutti insieme avevano visto quelle mani muoversi, leggiadre nell’etere, senza che vi potesse essere dunque un diritto di esclusiva; il linguaggio al quale l’uomo era abituato dovette tacere: i cronisti della reti televisive satellitari non sapevano come impostare il servizio, tutti i religiosi di ogni setta e confessione che erano stati intervistati ,non mostravano alcun segno di intendimento, gli intellettuali non osavano né essere scettici né applaudire all’evento: davanti alle proprie scrivanie computerizzate non avevano più discorsi e opinioni da proporre alla storia umana; l’elaborazione di tutti i linguaggi scientifici e tecnologici si perdeva nella visione di segni senza alcun significato; le nuove generazioni smisero di colpo di essere autrici di manifestazioni esagerate di comportamento: o troppo retrò, per il recupero ostinato di vecchi valori o troppo lascivi, osceni, violenti e sbandati. La generazione di mezzo, quella del piagnisteo per i valori distrutti, cominciò a non sentirsi giustificata dal lasciarsi trascinare in maniera eccessiva ai piaceri del palato: quelli del sesso ormai non rendevano a livello emozionale più dell’acquisto di un oggetto di domestica utilità. Per quanto riguarda la classe politica, tutti i membri si astennero dal manifestare atteggiamenti retrivi e populistici e del resto, già prima dell’apparire di quelle mani il loro operato aveva cominciato ad essere sopraffatto da quelli della gestione del potere economico. L’equilibrio i cui punti di sostegno e di gestione erano in mano a pochissimi, era da ritenersi in effetti più un’impostazione di stampo dittatoriale a livello mondiale che di equilibrio effettivo, sebbene apparisse come tale agli occhi dei più. In questo era consistita l’abilità e la scaltrezza dell’intellighenzia economica. L’individuo era frutto e costruzione dell’impianto tecnologico ed economico. Il gruppo ristretto di questa intellighenzia economica, fu l’unico ad avere reazioni di semi delirio davanti all’apparizione di quelle mani. La loro mente così abituata solo agli indici di forza e depressione del mercato finanziario e all’interno di questo apporre l’essere umano come principale agente inconscio per tenere in vita questo sistema, non riuscivano a prevedere come quest’ultimo evento, queste mani apparse dai cieli di tutti i paesi della terra, potessero mai essere inserite nel sistema da loro costituito. Iniziarono così a vaneggiare su ogni tipo di idea “geniale” per uscire dall’impasse. Un altro stranissimo fenomeno era che tutti i cannocchiali e telescopi più sofisticati per studiare la struttura di quelle mani, nel momento in cui ne incrociavano una, contro il sofisticatissimo occhio del telescopio, sul vetro si formava una macchia nera e circolare. Di fatto era possibile osservarla e solo a occhio nudo. Nessun radar captava la loro presenza ed era impossibile ricostruirle attraverso il meccanismo virtuale di un computer. Ci fu un grande raduno a porte chiuse tra tutti gli operatori economici più influenti, i cosiddetti “gestori” che rispetto alla popolazione della terra erano un numero molto ristretto; si formarono commissioni straordinarie fra la crema delle menti è specializzata in campo economico. Si giunse persino ad affermare cose insensate e anche stupide, ma nessuno si lasciò colpire dalla consapevolezza del senso del ridicolo.
I bambini erano gli unici a non rivolgere uno sguardo stupito al cielo, sembravano essere abituati a delle simili epifanie, senza aver reso tale abitudine compagna amorfa e scontata della loro esistenza, una compagna che non abbia più effetto sull’anima. Continuavano a giocare sotto quelle mani come se sentissero che anche il cielo aveva un suo corpo; per loro era assoluta normalità. Quando per strada incontravano gli operatori economici così alterati nel loro comportamento per l’ossessione psichica nelle cui catene erano rimasti imbrigliati dopo l’evento, li guardavano beffardi; se poi ne erano i figli manifestavano, malgrado la loro giovane età, delle attitudini intellettuali da antichi saggi, contrapponendosi all’ansia dei propri genitori. Per l’atteggiamento che avevano nello svolgersi della vita quotidiana, simile a tutti gli altri bambini della terra, era come se essi stessi, il proprio corpo come immagine, la vita stessa che stavano sperimentando in questo momento storico, venisse considerata epifania: Ogni cosa intorno e dentro sé stessi era apparizione e rappresentazione, simbolo di un ordine cosmico. Vivevano specchiandosi nella e aggiungendosi alla esistenza di ogni cosa.
I giorni passavano e l’ondeggiare dall’alto al basso, dal basso all’alto e da destra a sinistra e viceversa delle mani continuava. Molti si aspettavano che un bel giorno uscendo di casa avrebbero trovato una mano davanti al proprio cammino. Al calare della sera, nel blu della notte diventavano azzurre e in prossimità del mare, azzurro argento: sembrava una festa di fate che si raccontavano i propri prodigi.
I vecchi che fino a prima, del loro apparire si erano rotolati nel letto o addormentati di un sonno malato davanti ai video di un computer o di un mega-schermo, per allontanare la paura della morte che vigilava durante le notti, avevano ripreso a dormire come fossero neonati.
La prima rapina a mano armata alla Banca mondiale, nonché il primo stupro, furono due fiaschi totali; non che la terra fosse ormai paradisiaca, ma cominciavano ad esservi dei segni ben evidenti di provocazioni contro la stupidità umana.
Non tardò poi a verificarsi un altro fenomeno: in un giorno molto caldo, in seguitò a una notte senza stelle, ma neanche nubi, col cielo limpido al sorgere del sole le mani si intrecciarono tutte tra loro e crearono una specie di corona sulla terra: i bambini, pensarono che durante la notte le stelle fossero sparite, perché erano da qualche parte a prepararsi per il giorno dopo quando sarebbero state raccolte dai palmi delle mani che le avrebbero tenute strette per ricevere dalla loro luce la forza di restare legate per disegnare quella corona.
Quello fu un giorno molto insolito per gli abitanti del globo: riuscirono a divertirsi e a provare emozioni come non accadeva più da quasi trent’anni, ma senza ricorrere ad alcuna droga o altro surrogato per eccitarsi o delirare: fu solo l’anima ad essere implicata.
Fu un giorno indimenticabile per tutti tranne che per gli operatori economici che non sarebbero riusciti neppure più a pronunciare quella parola: anima! Per loro obsoleto, fuorviante e ridicolo termine sulla bocca di esaltati.
Per gli altri fu la sensazione inconscia di un segnale che veniva dal passato a ricostruire la totalità del sé, mentre per i bambini si trattò solo di rinvigorire quegli aspetti che già conoscevano attraverso l’istinto. Sopra tutto questo le mani apparvero ancor più belle e splendenti. La musica accompagnò per intero quel giorno, la si ascoltò e la si ballò ovunque: nelle case, sui prati, in riva al mare, sulle montagne, davanti al fuoco nei posti in cui cadde la neve: il fuoco e la musica ad alta quota, fecero sentire quel giorno come si fosse in estate. Anche i corpi si liberarono della solita rigidità, le parole toccarono ogni elemento profondo dell’umano nel serio e nel faceto e i silenzi toccarono l’arcano. I corpi che vennero in intimo contatto tra loro quel giorno, fecero all’amore con purezza, scaltrezza e sensualità: gli adulti non furono un ammasso di spasmi, gesti fotocopiati e riprodotti in serie; gli anziani eliminarono il pudore ispessito sulla loro età da convenzioni edificate dal “comune buon senso”. I bambini si trastullarono nello scoprire la loro fisicità attraverso il candore. Tanti di loro quel giorno immaginarono di toccare quelle mani con le loro in modo da fare così una festosa cordata dalla terra al cielo! Non c’era più separazione: era il Cosmo!