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Amicizia e complicità puntando all’amore

Roma – Ciack si scrive – 10/11/2006

Una lingua di terra con il dorso lambito e illuminato dall’acqua: davanti a quell’ impudica visione romantica, si abbracciarono con la tenerezza della più pura e incondizionata amicizia. Erano entrambi stanchi di doversi privare nel pieno godimento di quelle immagini, consapevoli del fatto che trovarsi lì, senza un’anima gemella, fosse davvero uno spreco. D’improvviso, lei esclamò: “ Basta, dobbiamo uscire da questo stagno!”. “E come?”. “ Con una strategia”. “ si tratta di amore, non di guerra” egli replicò, “E invece no, è proprio di guerra che si tratta… La combatteremo con i mezzi più efficaci per perseguire il più alto degli ideali”. Ora lui la guardava con quell’entusiasmo machiavellico con il quale sempre seguiva i suoi consigli: “ ascolta – ella riprese – noi due stiamo in una posizione ibrida, perché non siamo né single, né accoppiati… tu ami lei da 2 anni, io amo lui da 5, lei verseggia atteggiamenti amorosi, ma non sa decidersi, lui dice che io sono il grande amore della sua vita, ma non riesce a separarsi… quello che dobbiamo mettere in moto è una specie di meccanismo catarifrangente… sì, dobbiamo essere come una luce grazie alla quale essi possano schivare il più grande alimento ai loro comportamenti distorti, cioè se stessi”. “ Non capisco”, egli disse molto incuriosito. “Ti faccio un esempio: quando lei ti dice che non sa decidersi, con l’alibi di mettere a nudo le sue problematiche, tu non contesti e accetti il dato di fatto, il che implica che sarai tu a cercarla di tanto in tanto, senza alcuna prevedibilità e quando lui, dopo i nostri meravigliosi incontri, mi dà la sensazione che staccarsi da me è la cosa più normale di questa terra, vista la situazione, io non dovrò far trapelare alcun disappunto, lo lascerò piena del deresponsabilizzante fatalismo espresso dalla sua frase preferita: “chissà, un giorno tutto potrà accadere! e intanto, però, per noi due, lì fuori, c’è il mondo che ci aspetta. Pian piano, sono certa che tutto questo porterà a una soluzione, costi quel che costi”. “Anche se il costo è di perderli?”. “Sì, ma non è detto… penso che talvolta, spiazzare l’altro dia forza a un gioco di cui l’essere umano ha bisogno, una specie di scossa che lo rimetta in moto e così, noi e loro, potremo realmente misurare la tenuta di questo amore, se c’è… e se non c’è, che senso ha continuare un rapporto spezzato, non ti pare?”. “Sì, mi hai convinto, voglio procedere, ma mi dovrai aiutare” “Ci aiuteremo a vicenda, come sempre” ella rispose. Si alzarono, camminarono mano nella mano fino al molo, un faro ruotava alternando visioni di chiaroscuro ovunque: in cielo, in terra, in mare, nella loro anima; lei si fermò e, alzando la voce, disse: “l’obiettivo è fissare la luce al punto giusto!”. Lui l’abbracciò ancora e cominciarono a salire verso la costa, lasciandosi l’ombra alle spalle.