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Tempo Senza Maschera

Premio "Città di Salerno" 2009

Romanzo
Pubblicato:
2005
Pagine:
112, Rilegato
Editore: Graus Editore

Dopo aver scritto vari racconti, finalmente l’autrice napoletana si cimenta col formato letterario del romanzo, l’unico strutturalmente adeguato per tracciare il viaggio interiore, oltre ogni categoria ortodossa di spazio e tempo, del protagonista. La proiezione verso un’era futuribile, postmoderna, costellata da automatismi e condizioni di vita artificiali, diviene, grazie all’invenzione narrativa, veicolo di un cammino a ritroso verso la coscienza di sé e del proprio passato. La mal tollerata abitudine a un ruolo predeterminato, la sua accettazione quasi meccanica s’infrange allorquando, in maniera inevitabile e forse anche prevedibile, questa sorta di apatia interiore è squassata da una passione profonda e dirompente. D’un tratto cala ogni maschera, la vita e il tempo sono abbracciati nella loro piena schiettezza, in nome d’uno amore totale e profondo, che prescinde da doveri e necessità. In tal modo, il percorso nello spazio e nel tempo si fa personale e genera segmenti di interiorità del protagonista, che sembra tendere verso un ritorno alla realtà primigenia, più vera di quella condivisa e attuale, così artificiosa e illusoria. Cercare di scandagliare la profondità del personaggio ha richiesto all’autrice una prosa essenziale, asciutta, in grado di rendere i tempi delle pause, dell’incalzare e delle riflessioni più lunghe e meditate. Nonché una varietà di stili che paiono adeguarsi ai differenti momenti e sonorità di un’inquietudine di fondo, che caratterizza tutto il romanzo e i suoi fantasmagorici e spesso cupi scenari avveniristici.

Tempo Senza Maschera

Premio "Città di Salerno" 2009

Romanzo
Pubblicato:
2005
Pagine:
112, Rilegato
Editore: Graus Editore

Dopo aver scritto vari racconti, finalmente l’autrice napoletana si cimenta col formato letterario del romanzo, l’unico strutturalmente adeguato per tracciare il viaggio interiore, oltre ogni categoria ortodossa di spazio e tempo, del protagonista. La proiezione verso un’era futuribile, postmoderna, costellata da automatismi e condizioni di vita artificiali, diviene, grazie all’invenzione narrativa, veicolo di un cammino a ritroso verso la coscienza di sé e del proprio passato. La mal tollerata abitudine a un ruolo predeterminato, la sua accettazione quasi meccanica s’infrange allorquando, in maniera inevitabile e forse anche prevedibile, questa sorta di apatia interiore è squassata da una passione profonda e dirompente. D’un tratto cala ogni maschera, la vita e il tempo sono abbracciati nella loro piena schiettezza, in nome d’uno amore totale e profondo, che prescinde da doveri e necessità. In tal modo, il percorso nello spazio e nel tempo si fa personale e genera segmenti di interiorità del protagonista, che sembra tendere verso un ritorno alla realtà primigenia, più vera di quella condivisa e attuale, così artificiosa e illusoria. Cercare di scandagliare la profondità del personaggio ha richiesto all’autrice una prosa essenziale, asciutta, in grado di rendere i tempi delle pause, dell’incalzare e delle riflessioni più lunghe e meditate. Nonché una varietà di stili che paiono adeguarsi ai differenti momenti e sonorità di un’inquietudine di fondo, che caratterizza tutto il romanzo e i suoi fantasmagorici e spesso cupi scenari avveniristici.

Tempo Senza Maschera

Premio "Città di Salerno" 2009

Romanzo
Pubblicato:
2005
Pagine:
112, Rilegato
Editore: Graus Editore

Dopo aver scritto vari racconti, finalmente l’autrice napoletana si cimenta col formato letterario del romanzo, l’unico strutturalmente adeguato per tracciare il viaggio interiore, oltre ogni categoria ortodossa di spazio e tempo, del protagonista. La proiezione verso un’era futuribile, postmoderna, costellata da automatismi e condizioni di vita artificiali, diviene, grazie all’invenzione narrativa, veicolo di un cammino a ritroso verso la coscienza di sé e del proprio passato. La mal tollerata abitudine a un ruolo predeterminato, la sua accettazione quasi meccanica s’infrange allorquando, in maniera inevitabile e forse anche prevedibile, questa sorta di apatia interiore è squassata da una passione profonda e dirompente. D’un tratto cala ogni maschera, la vita e il tempo sono abbracciati nella loro piena schiettezza, in nome d’uno amore totale e profondo, che prescinde da doveri e necessità. In tal modo, il percorso nello spazio e nel tempo si fa personale e genera segmenti di interiorità del protagonista, che sembra tendere verso un ritorno alla realtà primigenia, più vera di quella condivisa e attuale, così artificiosa e illusoria. Cercare di scandagliare la profondità del personaggio ha richiesto all’autrice una prosa essenziale, asciutta, in grado di rendere i tempi delle pause, dell’incalzare e delle riflessioni più lunghe e meditate. Nonché una varietà di stili che paiono adeguarsi ai differenti momenti e sonorità di un’inquietudine di fondo, che caratterizza tutto il romanzo e i suoi fantasmagorici e spesso cupi scenari avveniristici.